QUESTO AMORE STRANO
       (omaggio a Prèvert)

Questo amore strano
che a volte mi prende leggero,
morbido come il volo del gabbiano,
suadente come l’acqua che sciaborda
sugli argini del fiume,
discreto come l’arpa che s’accorda,
come un frullo di piume
quando si scrolla la colomba;
quest’inconsueto amore
che a volte infuria come il tuono
e alle tempie mi romba,
questo amore ectoplasma,
trasparente e concreto,
incorporeo, reale, assurdo, vero,
che mi prostra, mi vince, mi entusiasma,
mi uccide e mi rigenera, sparviero
e cigno, falco e capinera;
questo amore suicida
che in te s’annienta e niente da te spera,
cavallo bolso, aquila ingabbiata,
camaleonte, istrice, falena,
questo amore nato
dalla partenogenesi di un cuore
ermafrodita, anellide, sdoppiato,
questo amore cieco
che racconta alla notte le sue storie
e conversa con l’eco;
questo amore cattivo,
masochista, cannibale, passivo,
insaziabile piovra che divora
i suoi stessi tentacoli, ciclope
che dentro le mie viscere dimora;

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quest’insolito amore,
portabandiera dell’eutanasia,
nocchiero solitario
di un vascello fantasma in avaria
sulla rotta di un golfo immaginario
all’orizzonte perso;
questo amore dolcissimo e perverso
che respiro nell’aria della sera
quando tu non ci sei,
questo amore che uccidere vorrei…

… stringilo, questo amore, tra le mani
piccole tue di neve,
fa in modo che domani
e tra un secolo e sempre
io lo ritrovi, disperato e lieve
come un bacio accennato
delle tue labbra schiuse,
un bacio appena nato.

 

 

© Francesco Indini 2010