Leggendo le poesie di Pino Indini e lasciandosi permeare da quell'incomparabile intreccio di intuizioni, visioni e abbagli folgoranti con indugi lenti, profondi, abissali su dimensioni cosmiche, si arriva a capire come la parola AMORE possegga un significato assoluto, che racchiude tutti gli aspetti, le espressioni, i gesti, i pensieri e le tante anime dell' esistere (e del morire).
Pino lndini non è solo il poeta dell'amore verso la sua terra o verso la sua donna: amore appassionato - il primo - che conosce tutte le asprezze e le dolcezze di un Sud scabro e luminoso, armonioso e disperato, nel fermo-immagine di un'estate eterna, immobile e impietosa; amore tenero - il secondo - che continuamente rigenera se stesso nello stupore sempre nuovo di una scoperta primordiale e bellissima. Entrambi i registri, molto spesso fusi tra loro all' interno della stessa lirica, espandono la loro forza vitale e la loro ansia di speranza redentrice verso tutti i luoghi del pianeta - anche i più remoti e dimenticati - che un comune destino di sofferenza apparenta alla coscienza del Poeta e li rende indispensabili alla sua dolente riflessione.
Non c'è spazio per il cesello retorico né per la ricerca di speciali sonorità ad effetto in questa poesia che si nutre di sangue, carne e terra, e in cui i colori esplodono spontanei come da un'aurora boreale, e da cui il canto prorompe libero e sciolto per avvincere il cuore del lettore e per non lasciarlo più.