PAROLE A SUD
Quante volte ho parlato ai tuoi silenzi,
terramara del Sud
e quante volte
ho interrogato i tuoi deserti
dove nemmeno l’eco mi risponde
tra le pietraie soffocate e tra i canneti
sciabolanti nel vento di scirocco.
Solo, a volte, la salmodìa del mare
ho sentito, del mare
sonoro di risacche galoppanti
contro le torri saracene
guardiane insonni di scogliere.
Quale altra voce
si leverà dal tuo cristallizzato
cuore di sale, terra mia stremata
di lusinghe e di attese, martoriata
di fatiche ancestrali? Quale canto
avrà parole nel disabitato
sudario dei tuoi campi,
sul tuo giaciglio sterile di stoppie,
sui brulicanti formicai,
sulla tua solitudine di pietra?
Su te il mio passo lento si sfinisce
nell’obliquante luce
dei tuoi tramonti che grondano sangue
dalle nubi scarlatte d’occidente.
Ed anch’io sono sale
mentre nelle mie vene si rapprende
lo zolfo che serpeggia per le tue.