Caro fratello
dimmi tu se è mai possibile che tutti i ciperni mi devono ricapitare proprio a me che mò ti conto l’aminchiata che sono preso l’altro giorno.
Devi sapere che io non vado mai alla spiaggia pubbrica essendo che moglierima sene vergogna che si mette accostume datosi che picca ci manca allo quintale.
Ora e bene figlioma Frangesco si ha messo alla recchia che nolla finiva più tanto è detto e tanto è fatto che abbiamo deceduti che andavamo una volta ai cambarini di Malacarne e mi avessi meglio meglio iaticato di soprabbasso all’astrico.
Come che abbiamo arrivati sotto un solagno che la zella sene aveva andata affumo mi è toccato di paiare un occhio di fronte per fittare un cambarino che pareva che pure allì era arrivato il quocanone. E questo è niente caro fratello che come che siamo votati l’angolo del pizzulo ci abbiamo trovati davanti una scena che manco Dantelingueri è visto quando che ha disceso ammezzo ai tannati delle borge, ci stavano tanti personi uno dicoste all’altro di panza atterra ecculo allaria che non si capiva che era mascolo e chi era femmina datosi che portavano apposto del costume una striscia larga due diti che imbucciava solamente i natichi d’immezzo alla spaccatora.
Notti tico moglierima che la faccia gli cambiava di colore ogne passo nel mentre che gli uscivano di bocca sospiri fini fini come se stava tirando il cuoio e che mediatamente si ha rifugiata nel cambarino che non si ha movuta più manco coi cannonati.
Io mi ho assettato al pisulo accannottiera e mutande che almeno difrescavo un picca mentre figlioma si andava affottere ammare.
Eddecco che si fermano proprio difronte a me due scarde di carose che si siedono sulla rena e senza manco leggere e scrivere si levano la striscetta che gli serviva di reggipetto e restano colle menne di fuori che a me l’occhi si hanno pannati e ho principiato a vedere tante palluzze colorate.
Basta nel mentre che di dentro al cambarino pervenivano i boccheggi di moglierima io mi ho alzato di brutto e ho andato vicino alle carose che gliene cantavo quattro all’uso mio.
Ma come che mi ho vicinato quelle mi hanno guardato colla risella e una è detto bongiorno come sei simpatico assettati insieme a noi. Caro fratello che ti devo dire che mi hanno principiato a tremolare i ginocchiori e mi pareva che la zella si stava liquefando? E tu che cosa avrebbi fatto a posto mio?
Senza che mi dislungo troppo dopo che mi ha passato il primo trassè colamento mi ho assettato immezzo a loro che subbito abbiamo trasuti a confidenza e a contare culacchi.
E quì ti voglio che tutta una volta di dentro al cambarino mi ha pervenuto uno zueccolo di dietrovia al coccolo che subbito si ha fatta notte e mi ha venuta una mancanza.
Quando che ho aprito l’occhi e ho tornato in sè mi ho trovato dentro al cambarino che figlioma mi stava fando i bagnoli e moglierima mi stava piangendo a defunto.
Basta siamo ricolti armi e bacagli e nele abbiamo andati congi congi che io la frusta notti tico se tra lo quale gli sono detto a figlioma che di mò avanti avoglia che si fà i bagni nella pila delle robbe che se lo sento ancora montovare la spiaggia telo combino a treore di notte. Bè mò ti lascio perchè mi sta duolendo ancora la cervicale pevvia di quella zoccolatura.
Con fetto a tutti quanti.
Tuo fratello
COCO LAFUNGIA