Coco Lafungia




Greggio signor dirittori
maledetto a me e quando  ho deceduto che portavo tutta la sacra famiglia a fare la mellonata ammare che ancora mi sento tutto un sapore comesia d’imberda sotto alla lengua e la pelle insivata d’icatrame eppetroglio manco se mi avevo menato dentro a una cisterna di trappito.
Dunque devi sapere che apprima mattina ci abbiamo mettuti tutti abbordo del sciarrabbà che di dietrovia s’impicava a quante patelle e suppiere ci avevamo portati apparte la tammiggiana del necramaro che quella non si poteva fare ammeno.
Camina e camina abbiamo arrivati imbero a Bocche d’Ipuglie che mò si chiama Madredomini e qui hanno principiati i primi avvisamenti di cipierni che dovevamo prendere più lambero che se avevo stato più dritto avrebbi girato il cavaddo e mene avrei fuggito di caloppo. Che ti devo dire Reverendo Dirittori che a ogne passo vedevi boatte bottiglie e sacchi di mondizia di cui usciva un fiezzo che ti veniva il rovescio? E poi ci stavano dei cascibanchi di fierro che si mena la spazzatura tutti pieni a zeppa che di dentrovia straboccavano cose di non credere che a uno ci stava puramente la salma di un iatto morto che qualche duno aveva pensato bene che lo precava di quella maniera essendo che forse si aveva credetto che quello era il posto giusto datosi che pure quelli si chiamano cassonetti come a quelli del camposanto.
E proseguitando di quello passo vedevi cramegna e scarichi di petre ferraglia e altri fetescimenti a tutte le vande nel mentre che io pensavo fra sè e sè: ma vedi un picca che acquì si potevano fare spiagge più meglio di Via Reggio Rimini e Piccione e che se Abbari tenevano questi risorgimenti naturali quelli sicuramente t’impizzavano abberghi ristoranti e cetera a ogne metro che almeno i turisti foresti non sene fuggivano di pressa come fanno a Brindisi dove non si possono fermare manco appisciare che vaccapisci come si crepano la vessica essendo che vengono della Grecia e mica possono pisciare via mare.
Basta e così abbiamo passati della spiaggia dell’aviatori poi di quella dei quisturini poi di quella dei carbonieri che ci mancava solamente quella dei bersaglieri e così arrivavamo giusti giusti alla Crastodda e l’aggente civile seli faceva a casa nella pila delle robbe. Ogni modo passando passando siamo veduti culi emmenne che non ti dico se tra lo quale moglie rima si faceva i croci aal’ambersa e a me l’occhi mi facevano spilli spilli ma però pensavo che era peccato che tutte quelle belle carose si dovevano andare a imbolitare dentro al rummato che sta sparpagliato sulla rena a tappeti persiano a pericolo che gli viene l’epatite evirata.
E finalmente ci abbiamo fermati imbero a Lapani essendo che ci stava un angolicchio libbero sobbra alli scogli dove che però il cavaddo noè voluto andare che se no truppicava alla quale lo sono parcheggiato in faccia alla ringhiera di fierro della strada che chisà percheccazzo si chiama guardiaradio. Comoddio vuole ci abbiamo sestimati e non fa niente che a me mi trasevano i spuntoni di scoglio nei natichi del culo di dietro ma almeno ci mangiavamo qualche cosa e chi sene fotte. E non vuoi che manco sono tirato la prima morsicata alla puddica d’icipolle piglia e si vicinano due facce di galerati coi capelli taccati a codino collane di fierro e recchini dicendo che mò e mò cene devi dare una fedda pure a noi e poi ci devi dare tutti i moneti che porti che se no sono mazzate di morte a te e a tutta la sacra famiglia. Simio Dirittori io già stavo nervoso di prima accausa dei pungitore acculo e ficurati mò che mi ho trovati davanti quelli due figli di asina delinquenti e tappisti! Che ti devo dire che mi ho alzato come una saietta collo scuriato che tenevo a portata di mano e sono principiato a menare cresciate alla cecata che teli sono fatti diventare tutti righe righe e alla fine pareva comesia che si avevano messi le magliette a strisce bianche errosse. E’ vero che sene hanno fuggiti zompando como zuzzovivi ma però io pensavo fra sé e sé che se ci stavano le spiagge come si deve coi guardiani  essorveglianti queste minchiate non succedevano.
Murale e legno ho deceduto che mi fottevo ammare tutto a mutante e cannottiera così come mi trovavo che almeno mi sbollentavo la nervatura e manco sono zompato a coffa nell’acqua mi ho trovato immezzo a una dirrupea di buste dell’Astanda che ci mancava solamente la cario letta di fierro per fare la spesa. Doppo una biasimata di menzora che mi hanno inteso pure della Crecia mene ho salito sulli scogli che mi ho scorciato pure i festicoli e gli sono detto a moglierima che ricoglieva armi e bacagli mediatamente che mò e mò cene dovevamo fuggire di quello mondezzaio.
Ora e bene Eccedentissimo Dirittori io ti chiedo a Lei che siete uomo di penna se tutto questo ti pare bello che una città come Brindisi doveva essere un biggiù proprio al mare e alle sue bellissime costole e invece ha diventata un cesso che a tempo d’estate è più meglio che tene scappi pure tu come fanno giustamente i turisti foresti.
Ti saluto morto e ti porgo i miei più defecanti rispetti.

COCO LAFUNGIA

 

© Francesco Indini 2010