Coco Lafungia



Caro fratello
ha succiessa unaltra vernia con moglierima la quale mi è detto che sei un disgrazziato e pensi solamente a te e di me non tene fotti e non mi porti mai alle vande e io sono una povera sbenturata che devo pensare solamente a andare in cinta ogne anno e tu invece ti vedi sempre licazzi tuoi eccetera eccetera che notti dico le male parole che è meglio che mi sto zitto e mò ti conto.
E allora gli sono domandato dove cazzatora voleva portata per festeggiare l’anno nuovo e mi è detto che teneva il spilacchio di andare al ristorante colla pilliccia di vorpe in cueddo che teneva stipata d’immano alla buonanima di mammisa colla naffitalina. Alla quale gli sono detto andiamo subbito e ti puoi pure capare il più meglio ristorante e il più caristoso perchè io la mille lire nolla penso quando la tengo in pata e taccosì abbiamo sciuti e mi avessi infocato una gamba ammare.
Manco ci abbiamo settati al tavolino che mediatamente si ha presentato un cambariere con un quaterno ammano e una mappina al razzo come che doveva dire messa ed è principiato a dire palore che frate mio chicazzo le capiva e io per non fare la figura del zambero chicavo sempre la capo e dicevo sì vabbè.
La quale hanno principiato a inducere piatti e spirlunghe una dietro l’eltra che ci abbiamo messo a strafocare a dirrupea e solamente alla dolce moglierima è preso fiato dicendo iacchisi che lo cagneggiava la verità è che si aveva buttata como una rochina.
E poi caro fratello ha venuto il momento di paiare il conto e come quando che si squaglia la neve ed escono l’istronzi taccosì dopo tutte quelle belle cose il cambariere ha indutto un biglietto con una zagalunga di addizzioni che Cristo sape e che mi ha venuta una mossa d’istomaco e mi ha scappato un dirruttone che si hanno voltati tutti e mi hanno guardato storti.
Basta comocazzo sia sia sono paiato e cene abbiamo andati alla quale moglierima non è visto il pisulo della porta e ha truppicato eddè sbattuto la capo in faccia alla vetrata di laffuori che a come era pulita pareva che non ci stava. Almeno taccosì s’impara che non gli vengono più picci di ristorante e che di mò avanti avoglia che lega braciole a casa.
Ti saluto e distendo la mia fettuosità a tutti.
Tuo fratello.

COCO LAFUNGIA

 

© Francesco Indini 2010