Coco Lafungia


Nonno Diamano

Caro fratello
quanto avi che notti veto di quanto che sei micrato alla Ustraglia che ti hai fatto foresto e Brindisi e li parenti e i bellamici notti passano più manco peccazzo.
La quale mi tocca che ti scrivo e che ti lucido il cirvieddo almeno che tu sacci como vanno le cose acquì e quello che succiede al nostro abbiente famigliare.
Como prima notizia ti tico che nonno Damiano ha defunto alletà di anni novantasei e mò ti conto di che maniera.
Devi sapere che il buonanima stava recuperato dentro uno spetale nello scompartimento dei vecchi in una città dell’altitaglia di cui mi ha pervenuta una lettre dicendo che la signoria vostra si deve rappresentare appresso di questo spetale di urgenza che sarebbo addire di pressa.
Alla quale ci abbiamo partuti io e moglierima e come che abbiamo giungiuti sobbralluogo siamo trovati il nonno che nel fammentre aveva defunto senza dire neà nebbà.
Fortuna che il dottore mi è detto se nelo volevo portare subbito che ci dovevo mettere una firma come che era vivo che se no la  sarma doveva stare un giorno nella cambera mortuvaria.
Eccosì come che sono firmato abbiamo prenduti il buonanima e lo siamo assettato sobbra al setile didietro della tonobbile  col cappieddo in capo e il sicaro impicciato in bocca di modo che pareva vivente tanto che il portinaio dello spetale gli è detto bongiorno e auguri del finestrino.
Come che abbiamo giungiuti a Brindisi hanno cominciati i cazzamari datosi che nessuno era buono di istendecchiare il nonno la quale si aveva intostato come il carparo e così lo siamo mettuto assettato sobbra al lietto con tre quattro cuscini di dietrovia e la pezza bianca attaccata di sotto al vangariello che pareva vivo datosi la posizione che si trovava che gli mancava solamente la palora.
Poi siamo impicciati quattro candele in capitale del lietto e ci abbiamo mettuti a piangere il morto come di dovere.
Quando che è venuto il precamorti come che ha veduto il nonno ha sbantato e ha menato un uccolo e poi è detto che a due tela dò o lo prechiamo assettato o puramente gli serriamo le gambe di modo che ci caccia dentro il bauglio che se no non sapeva comocazzo fare. Fortuna che si trovavano presenti comparima Ingicco fraoma Loviggi e un bell’amico di nome Antonio Pezzadicantro e allora ci abbiamo mettuti due dalla vanda dei piedi e due dalla vanda dei razzi e abbiamo principiato a tirare como tannati che si sentivano l’osse del buonanima che scattareggiavano come trenole e tira di quà e tira dillà tutta una volta si ha inteso un rimore di spezzatora di aschie la quale significava che il nonno si aveva disconocchiato.
Quando che lo abbiamo istendecchiato sobbra al lietto sembrava proprio morto alla veramente e ci abbiamo dispiaciuti essendo che pareva più meglio prima.
La quale gli sono detto a moglierima quando che muore nonnota è più meglio che rimane un mese dentro alla cambera murtuvaria che si fetesce e poi nelo portiamo almeno siamo sicuri che non cappiamo altre infurrate di precare nonni assettati.
Bè caro fratello mò ti saluto parimenti a tutta la tua famiglia di parte del tuo fezzionatissimo

COCO LAFUNGIA

 

© Francesco Indini 2010